2 Dicembre 2021
L’Italia ha superato la soglia dei morti sul lavoro nel 2021, secondo le denunce arrivate all'Inail, un numero destinato ad aumentare, dal momento che mancano ancora i dati di novembre e dicembre.
Mimetizzato da quasi due anni di emergenza Covid, il numero di morti sul lavoro è continuato a salire, superando la soglia di 1000 casi; più precisamente 1.017. La media, impietosa, racconta di 3 decessi al giorno, uno ogni 8 ore.
I settori maggiormente coinvolti sono quello dell’edilizia e delle costruzioni, con 87 morti finora, seguito da trasporto/magazzini con 71 e dai meccanici di auto e moto con 54. Considerando invece gli infortuni non mortali, il ritmo è altrettanto alto: uno ogni 50 secondi. Le regioni più colpite sono Lombardia (con 125 vittime), Lazio (85), Emilia-Romagna (82), Puglia e Veneto (75).
Il lunedì è il giorno in cui si verificano il maggior numero di infortuni nei primi dieci mesi dell’anno.
Il governo ha rafforzato i poteri e le dotazioni dell’Ispettorato nazionale, inasprendo le sanzioni per le imprese e obbligando le aziende edili a valutazioni rigide, ma pare evidente che questi provvedimenti non bastino.
I costi per la messa in sicurezza di uno stabile per molti politici e imprenditori hanno da sempre rappresentato un ostacolo all’incremento della crescita economica e dell’occupazione; e non sono pochi i casi in cui le persone hanno perso la vita, ad esempio a causa del deterioramento di macchinari o di strade.
Negli ultimi anni, il comparto industriale ha introdotto politiche di welfare aziendale, per farsi carico anche del benessere psicofisico dei propri dipendenti: d’altronde, anche la salute mentale è qualcosa da tutelare, tanto quanto la sicurezza per scongiurare infortuni o decessi assolutamente evitabili.
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